Area Giappone: Vestizione di Kimono

Il 20 Maggio nella zona esibizioni dell’Area Giapponese, la maestra Veronica Piccolo mostrerà alle ore 9.30 la vestizione dello Yukata (kimono estivo) e alle ore 18.00 la vestizione del Furisode (kimono formale).

Lo Yukata

Lo Yukata è la forma più casual del wafuku, (abbigliamento tipico giapponese) e non è considerato un kimono vero e proprio perché implica elementi diversi, sia per quanto riguarda la fattura (cotone) sia la vestizione. Questa prevede infatti solo tre elementi: lo yukata, un cinturino per fissare lo yukata in vita e l’obi (la cintura alta), ed è solitamente indossato per feste ed uscite estive, per nulla formali o impegnative, perché è molto semplice da indossare.
La vestizione verrà fatta a specchio con un’altra persona, dimostrando così la facilità del suo uso.
La sua origine risale al periodo Heian (794-1185), quando, grazie alle importazioni di cotone, vennero creati dei pratici indumenti da indossare all’uscita dai bagni (il significato di yukata infatti è indumento da bagno).

Il Furisode

Il Furisode è il più formale indumento all’interno della famiglia dei kimono ed è caratterizzato da tessuti e decori preziosissimi e dalle lunghe maniche ondeggianti (furisode significa infatti maniche svolazzanti). Viene indossato solamente dalle donne nubili per occasioni importanti come la maggiore età e matrimoni, in quanto decori così vistosi sono adatti solamente ad una ragazza giovane.
La vestizione del furisode richiede molti elementi: solitamente la persona non lo indossa da sola (soprattutto perché non lo si indossa spesso) e l’obi con cui è legato è molto più lungo e largo di quello per lo yukata. Veronica Piccolo vestirà una persona.
Il furisode si sviluppa a partire dalla metà del 1500 come abbigliamento per giovani di entrambi i sessi dei ceti sociali più agiati, con maniche non troppo lunghe e decori adatti sia a maschi che a femmine, e con una lenta evoluzione raggiunge dai primi del ‘900 i connotati attuali.

La Maestra

Dopo la carriera scolastica all’Istituto d’Arte di Cordenons e dopo il percorso di laurea in Arti Visive – Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Veronica Piccolo continua il suo lavoro di artista sia come pittrice, con mostre in Italia, Austria e Cina, e sia come artigiana, con la creazione di costumi per il teatro e laboratori manuali di ogni genere. Il suo amore per il Giappone la porta a cimentarsi nella tecnica “tsumami zaiku” che consiste nella creazione di accessori (soprattutto Hana Kanzashi, i decori floreali tra le acconciature delle Geisha) piegando e incollando quadratini di stoffa. Una tecnica antica che risale all’incirca alla metà del periodo Edo (1603-1868) che Veronica è riuscita ad adattare alla sua sensibilità artistica, a metà tra tradizione e innovazione. Il suo negozio online MOMO Kanzashi vanta così clienti da tutto il mondo.
In concomitanza con questo lavoro ha cominciato a coltivare la passione per il kitsuke, la vestizione del kimono, collezionando diversi kimono per ogni stagione e indossandoli quasi quotidianamente. Dopo essersi trasferita a Pordenone ha trovato nell’Associazione Culturale Giapponese Yume il luogo perfetto per poter coinvolgere altre persone in questo mondo.

Area Giappone: Ikebana

Il 20 Maggio nell’Area Giappone di NaonisCon sarà presente anche l’arte dell’Ikebana grazie al maestro Diego Togni che, dopo un’esibizione, illustrerà anche le regole alla base della composizione e le implicazioni filosofiche connesse (wabi-sabi, regola della triade).
Successivamente chi lo desidera potrà effettuare una prova pratica presso la postazione organizzata da ItaliaOriente.

L’Ikebana

Probabilmente per molti di noi si tratta di una tecnica per disporre i fiori che proviene dall’oriente, ed almeno in parte avrebbero ragione. Ma l’Ikebana non è soltanto questo.
Importata dalla Cina, l’usanza di disporre fiori recisi in composizioni inizialmente molto semplici e spontanee, iniziò ad evolversi, sia in senso formale che in senso spirituale, via via raffinandosi e caricandosi di significati più profondi, quasi esoterici, ad opera dei monaci e dei nobili giapponesi del periodo Heian (VII-XII sec. d.C.). È a questo periodo che risalgono le prime regole scritte sull’Ikebana e vengono introdotti i concetti di semplicità, essenzialità e misura, che contribuiscono a rendere peculiare quest’arte di disporre i fiori.
Già verso il XII-XIV secolo, disporre i fiori diviene una forma di decorazione delle camere dei palazzi dei nobili in occasione di visite importanti.
Dal XV secolo l’Ikebana diventa un’arte. Maestri di Ikebana vengono accolti alla corte dell’imperatore, nascono concorsi e mostre nei palazzi e anche ricchi cittadini si dedicano all’Ikebana, specialmente durante feste ed occasioni festive.
Intorno al 1600 questa pratica si estende anche ai samurai, venendo inserita tra le arti marziali del Bushido assieme a spada, lancia, arco, equitazione, nuoto in armatura e calligrafia. È a questo perido che si possono far risalire molte scuole antiche, tra cui la Yoshino Koryu. Per la grande diffusione dell’Ikebana si dovrà comunque attendere l’epoca Meiji, verso la fine del XIX secolo, con il sorgere delle prime scuole aperte a tutti – anche a donne – e la codificazione dei vari stili.
La creatività del compositore di Ikebana deve muoversi (almeno nelle scuole classiche) all’interno delle regole prescritte; questo però non limita la creatività, anzi la esalta, portando ad esprimere i propri sentimenti in modo quasi distillato e rarefatto, inducendo spesso una riflessione profonda nell’ospite che osserva i fiori, finanche entrando in empatia con il compositore.

Il Maestro

Diego Togni è allievo dal 2006 del maestro Dino Forconi, Soke della Yoshino Koryu Italia.
Ha conseguito nel 2017 il terzo dan di Ikebana, che pratica insieme a Kyudo e Ken presso l’Associazione Italiaoriente di Pagnacco (UD).

Autori 2018: Davide Perconti – Sergio Bonelli Editore

Per la prima volta a NaonisCon potrete apprezzare la presenza di Davide Perconti, poliedrico autore prima per il Messaggero dei Ragazzi ed ora per la testata bonelliana NATHAN NEVER, ed avere notizie sul suo nuovo piccante lavoro.

Davide Perconti

Davide Perconti è nato nel 1968 e attualmente vive e lavora in un paesino della provincia di Padova.
Inizia fin da giovanissimo a disegnare e a dipingere a olio, grazie anche all’aiuto di un amico pittore, apprendendo pure la complessa tecnica dell’acquaforte.
Si diploma al Liceo Artistico Statale di Venezia nel 1986 e per qualche anno svolge diverse attività, fra le quali grafico pubblicitario e disegnatore presso alcune piccole agenzie. Partecipa, inoltre, a diversi concorsi e mostre di pittura, ottenendo anche qualche segnalazione e riconoscimento.
Nel 1991 inizia a collaborare con il Messaggero dei Ragazzi, pubblicando per diversi anni la rubrica dei giochi fino al 1995, anno in cui entra in contatto con l’amico Andrea Artusi, con il quale realizza il fumetto Joy, il Rapper Mascherato, sempre per lo stesso editore.
Nel terzo episodio di Joy – il Rapper Mascherato, dal titolo Gangster Story, appare un simpatico omaggio a Giorgio Cavazzano, autore con il quale stringe una sincera amicizia e che sarà fondamentale per la sua crescita artistica.
Ha collaborato anche con la casa editrice Elle Di Ci di Torino e con La Difesa del Popolo di Padova.
Nel 1997 avviene il suo esordio alla Sergio Bonelli Editore, in un episodio pubblicato nel primo numero di Agenzia Alfa, ripassando a china le matite di Artusi; parallelamente presenta anche numerose prove come disegnatore completo e riesce così a entrare a far parte dello staff di Legs Weaver, per la cui testata realizza sette episodi. Sempre per lo stesso editore, realizza anche tre episodi per Agenzia Alfa e le chine del primo numero di Sezione Eurasia per Universo Alfa.
Per il Messaggero dei Ragazzi la sua collaborazione continua fino al 2015, pubblicando dal 2004 al 2012 la mini-serie a fumetti Il mondo di Meg, creata assieme a Giorgio Pezzin, e dal 2013, assieme a Rudy Salvagnini, pubblicando alcuni episodi a fumetti sulle problematiche adolescenziali.
Inoltre, sempre con Salvagnini, realizza due opuscoli a fumetti di genere divulgativo: il primo commissionato dall’AVIS che sensibilizza i giovani contro l’abuso dell’alcool e il secondo relativo alle problematiche sulla qualità dell’aria, commissionata dalla Provincia di Padova.
Nel 2016 è stato pubblicato, nel volume maxi NATHAN NEVER, il suo primo episodio per il personaggio di questa testata, sempre per la Sergio Bonelli Editore.

Autori 2018: Fabio Babich – Sergio Bonelli Editore

In concomitanza con l’uscita in edicola del nuovo albo di Dragonero interamente disegnato da lui, annunciamo la presenza di Fabio Babich, autore in forza alla Bonelli che vi aspetta per il firma copie presso l’area autori il 20 Maggio a NaonisCon!

Fabio Babich

Fabio Babich è nato a Trieste nel 1985. Dopo la maturità artistica frequenta alla Scuola del Libro di Urbino il corso biennale di perfezionamento in cinema d’animazione e vari corsi professionali di illustrazione.
Dal 2008 Inizia a pubblicare alcune storie brevi a fumetti per Absoluteblack ed Edizioni Inkiostro, mentre nel 2010 realizza un video animato commissionato dalla cantante Elisa per il suo Heart – A live tour.
Nel novembre 2011 esce il suo primo graphic novel Bugs- Gli insetti dentro di me, edito da 001 Edizioni su testi di Adriano Barone, per il quale riceve il premio Carlo Boscarato come miglior autore rivelazione nell’edizione 2012 del Treviso Comic Book Festival.
Dal 2013 inizia a collaborare alla serie Le mirabolanti avventure di Edson Paz a El Alto scritta e ideata da PiElle e pubblicata da Cierre Grafica, per la quale disegna la trilogia e parte del quarto volume Edson Paz in Sudamerica, uscito a novembre 2016.
Nel frattempo collabora con la rivista Splatter su testi di Adriano Barone, e disegna i numeri 2A e 2B de La Iena, sceneggiati rispettivamente da Luca Blengino e Stefano Fantelli per Edizioni Inkiostro.
A partire da ottobre 2015 entra nello staff di disegnatori di Dragonero, la testata fantasy della Sergio Bonelli Editore, per la quale lavora stabilmente sulla serie regolare, mentre rimane sempre attivo nel campo dell’animazione, dei visual e della sandart.

Le Magie di Omnia – il Musical

Il 20 Maggio NaonisCon ospiterà con grande piacere il cast di Le Magie di Omnia – il Musical, il primo musical fantasy italiano.
Saranno presenti in fiera l’intera giornata, deliziando il pubblico anche con un’esibizione sul palco del padiglione 4 alle ore 11.15.

Il Musical

Lo spettacolo andrà in scena dal 22 al 25 Maggio presso il Teatrò, il nuovo Teatro Polivalente di Abano Terme.

Le Magie di Omnia – il Musical, tratto dall’omonima trilogia, si apre su uno scenario apocalittico: un mondo dove regnavano democrazia e pace, viene sconvolto da una tiranna assetata di potere, l’Imperatrice della Luce, che diventa essa stessa la magia di Omnia, fonte dalla quale prima ogni omniano attingeva liberamente.
Gli Elfi, un tempo forze del bene, sono stati decimati, i Ribelli hanno le mani legate dal blocco della magia imposto dall’Imperatrice. Saranno gli outsiders (una ragazzina terrestre e una fata canterina) a ridare la scintilla di speranza alla resistenza.

È una storia carica di suspance, magia e azione scritta da Fabio Cicolani e prodotta dalla Dreaming Production (settore di produzione della Dreaming Academy) che vede come protagonisti gli studenti del triennio accademico professionale.
La regia sarà firmata da due grandi registi, Vittorio Attene e Bruna Laura Filippini e le coreografie di Alessio Guerra e Giulia Giacon, mentre la direzione musicale sarà affidata a Silvia Girotto, Michele Bargigia e Tiziano Contin.

L’Accademia

La Dreaming Academy è stata fondata a Padova nel 2012 con lo scopo di creare una scuola di musical, spettacolo e arti sceniche che prepari gli allievi per il mondo lavorativo dello spettacolo e garantisca un titolo di studio riconosciuto a livello nazionale ed internazionale (Diploma da Tecnico delle Arti Sceniche e Performative).
È un percorso di studi postdiploma della durata di 3 anni, durante il quale gli allievi studiano materie quali canto, danza, recitazione e materie teoriche affini.

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