Video e foto Naoniscon 2012

Ad un mese dalla Naoniscon eccovi una raccolta delle foto e video che i partecipanti hanno pubblicato in internet.
Molti sono pubblicati su Facebook e richiedono un account per essere visti.

Il Kartoongroop Italia ha postato le foto del Karaoke e in più il video su YouTube dell’evento

Karaoke Naoniscon

Antonio Polimeno ha pubblicato questo video.

Il sito Jigoku.it ha una raccolta di foto dell’evento Cosplay

Il video delle premiazioni del Cosplay caricato da CosTrive. E anche tutta la playlist dell’evento sempre a cura di CosTrive.

Naoniscon 2011 – Torneo di Dungeons&Dragons (Parte 6)

Buon primo maggio a tutti, anche se sfortunatamente quest’anno ci è stato rubato questo giorno di festa.
Mancano solo due settimane a Naoniscon 2011 e l’ormai consueto appuntamento con la pubblicazione dei background continua giungendo al suo ultimo atto.
Siamo lieti di presentare l’ultimo degli sfortunati costretti a divenire eroi, speriamo che tutti i personaggi siano stati di vostro gradimento e abbiate trovato piacevoli queste sei settimane assieme.
Ricordo ancora una volta che le pre-iscrizioni sono aperte, basta contattarci all’indirizzo club.innercircle@gmail.com.
La prossima settimana ci saranno le ultime comunicazioni di servizio.

Stay tuned!

Corvo Bianco, Profeta dei Perduti

“Arrancare: il lento, faticoso, deprimente, ma determinato procedere di un uomo che non ha più niente nella vita, tranne l’impulso di dover, semplicemente, continuare la lotta.”

Geoffrey Chaucer (Film: Il Destino di un Cavaliere) −

Inizialmente erano riservati e schivi. Quasi timidi. Poi hanno cominciato a diventare curiosi. Poi audaci. E poi improvvisamente erano dappertutto: dietro ogni porta, ogni albero, ogni roccia, tutti desiderosi di raccontare la loro storia, di farsi sentire ancora una volta, di parlare con qualcuno. Qualcuno di vivo.

Corvo Bianco non ha sempre potuto vedere i fantasmi; un tempo non si chiamava nemmeno così. Ma tutto è cambiato dal giorno della tragedia. Quando era più piccolo Corvo Bianco si chiamava Varek e viveva con la sua tribù in una grotta nelle viscere del Monte Cavo. Era un orco come tanti altri e se non fosse stato notato da Arrak Tre-Occhi, lo sciamano della tribù, per diventare suo allievo avrebbe probabilmente vissuto una vita da guerriero razziatore come tutti i suoi compagni.

Aveva a malapena otto inverni alle spalle quando Arrak gli chiese di andare sulle pendici del Monte Cavo a raccogliere delle piante per un rituale. Era la prima volta che gli veniva permesso di uscire da solo dalla caverna in cui aveva vissuto tutta la vita, e Varek accettò con entusiasmo. Mentre stava per uscire un imponente terremoto scosse il monte fin nelle fondamenta, aprendo immense crepe nel terreno, facendo crollare chilometri di gallerie sotterranee e seppellendo la sua intera tribù sotto tonnellate di roccia. Varek si salvò per miracolo e nei giorni successivi vagò senza meta sulle pendici del Monte Cavo finché una notte non incontrò di nuovo Arrak e la sua vita cambiò ancora una volta.

Lo sciamano era morto, ma il suo spirito era rimasto su questo mondo e con esso tutta la sua saggezza. Quando lo spettro si accorse che il suo giovane allievo era sopravvissuto e che poteva vederlo, Arrak lo indicò come un Prescelto: gli diede il nome di Corvo Bianco, ad indicare che sarebbe stato unico anche in mezzo ai suoi simili e passò gli anni successivi a tramandargli tutte le sue conoscenze e ad istruirlo sul mondo esterno. Ben presto ad Arrak si aggiunsero gli spiriti degli altri orchi  morti nella tragedia del terremoto che cominciarono a seguire il novello spiritista, fornendogli informazioni, consigli ed occasionalmente potere quando si trovava in difficoltà. Quando Corvo Bianco si sentì infine pronto decise che di abbandonare il Monte Cavo per andare incontro al proprio destino.

Nei suoi vagabondaggi incontrò una infinità di altri spiriti, tutti accomunati da un unico spasmodico desiderio, ossia parlare con qualcuno. Che fosse per lasciare un messaggio, un avvertimento o un ultimo addio, la cosa che turbava i morti di ogni razza e paese era l’incapacità di poter comunicare ai loro cari ciò che sapevano poiché, come Corvo Bianco presto scoprì, agli spettri veniva donata una limitata capacità di preveggenza che riusciva solo ad aumentare la loro frustrazione. Fu allora che l’orco credette di aver infine trovato il proprio posto nel mondo: avrebbe impiegato questo suo dono per aiutare il prossimo, vivo o morto che fosse, ed avrebbe usato le informazioni degli spettri per evitare che tragedie come quella che aveva colpito la sua tribù si ripetessero. Ma i suoi buoni propositi si infransero contro l’unico ostacolo di cui nessuno gli aveva mai parlato: il razzismo.

Corvo Bianco si accorse ben presto che la gente non desiderava affatto il suo aiuto. Non appena la gente si accorgeva della sua razza egli era costretto a fuggire o a nascondersi come un ladro. E anche nei rari casi in cui qualcuno accettava di prestargli orecchio le sue parole cadevano nel vuoto mentre veniva guardato con disprezzo dalle persone che cercava di aiutare e additato come pazzo e blasfemo. Non passò molto tempo che Corvo Bianco vide nella sua condizione non più un dono, ma la peggiore delle maledizioni: egli era vivo, eppure era esattamente come gli spettri che lo seguivano, desideroso di aiutare il prossimo ma senza qualcuno che volesse ascoltarlo.

Preso dallo sconforto, lo sciamano abbandonò la sua missione e si ritirò dallo sguardo intollerante del mondo. Oggi Corvo Bianco vaga di villaggio in villaggio, sordo alle richieste di aiuto degli spettri che continuano a seguirlo implorando il suo aiuto. Il suo cuore è in bilico tra il desiderio di salvare più persone possibili per dare un senso al dono che gli è stato fatto e la paura di essere ferito ancora una volta dal mondo che cerca di proteggere. Per adesso l’unica cosa che può fare è andare avanti, perché lui è Corvo Bianco, solo anche in mezzo ai suoi simili.

Naoniscon 2011 – Torneo di Dungeons&Dragons (Parte 5)

Buona pasqua a tutti, anche questa settimana nonostante le feste siamo pronti a sfornare un nuovo background.
Da questa settimana sono ufficialmente aperte le preiscriscizioni al torneo, per farlo scrivete a club.innercircle@gmail.com indicando il numero di partecipanti, un portavoce per il gruppo ed indicando i riferimenti per contattarlo (numero di cellulare e/o email).
È possibile preiscriversi come singoli o come gruppo, i gruppi preiscritti devono avere una dimensione massima di 5 giocatori, a gruppi più piccoli verranno aggiunti giocatori che si sono iscritti come singoli.
Infine ecco la piccola sorpresa, per ringraziare chi ci ha seguito su forum, Facebook o il nostro sito, abbiamo deciso di permettere ai preiscritti la possibilità di spartirsi come meglio preferiscono i personaggi.
Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito e sostenuto, ne manca soltanto uno, alla settimana prossima!

Stay tuned!

Rol’hand Friiman del Regno di Ma-ine negli Stati Unificati

“Non stai pensando quadrimensionalmente.”

Dott. Emmett Brown (Film: Ritorno al Futuro Parte III) −

La magia è la linfa vitale del mondo: è collegata a tutto ciò che esiste in maniera intrinseca, e tutto è collegato a lei. Questa è una cosa che qualsiasi popolano che sia stato in chiesa almeno una volta nella sua vita potrebbe dirvi. Quello che nel futuro si scoprirà, invece, è che se una di queste due varianti viene meno di anche l’altra diminuisce: con il passare dei secoli quindi lo sfruttamento intensivo delle risorse del Piano Materiale ha avuto come naturale conseguenza un indebolimento generale della magia. Quando questo fatto venne alla luce era ormai troppo tardi perché si potesse fare qualcosa al riguardo.

Roland Freeman nacque proprio in questo futuro ormai quasi privo di magia e sconvolto da una guerra globale per il possesso delle poche risorse naturali rimaste. Deciso a fare qualcosa per salvare il proprio mondo al collasso, venne reclutato come membro di uno staff scientifico per partecipare all’ultimo, disperato piano del genere umano: il Progetto Spiral. Per anni lavorò alla costruzione di una macchina che avrebbe raccolto la poca magia rimasta nel mondo per mandare una squadra speciale appositamente addestrata indietro nel tempo, così da poter informare i loro antenati sui pericoli causati dallo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali usando perfino la forza, se necessario. I calcoli dimostravano che l’energia magica raccolta sarebbe stata appena sufficiente per un unico viaggio, perciò l’umanità non avrebbe avuto a disposizione un secondo tentativo.

Quando infine giunse il giorno dell’esperimento qualcosa andò storto. Roland non scoprì mai la causa dell’esplosione che devastò il quartier generale del Progetto Spiral, uccidendo la squadra speciale in partenza e danneggiando la macchina del tempo in maniera irreparabile. L’unica cosa di cui è certo è che quando riprese conoscenza era l’unica persona ancora viva di fronte ad un portale temporale che stava per chiudersi, portando con sé le ultime speranze del genere umano. Così, pur di non vanificare quest’unica possibilità un Roland mosso più dalle proprie emozioni che dal buonsenso si gettò nel portale, deciso a salvare il mondo anche da solo, se necessario.

Quando arrivò nel passato si rese immediatamente conto di non avere né l’addestramento necessario né i mezzi per portare a termine la sua impresa; poteva però utilizzare la propria padronanza della scienza del futuro per inserire nel passato alcune innovazioni tecnologiche che permettessero alla gente di vivere meglio senza intaccare troppo la terra in cui vivevano. I suoi primi progetti ebbero un trionfo insperato e gli procurarono ricchezze sufficienti ad aprire una attività per conto proprio, che egli chiamò, con una punta di amarezza, il World’s End Workshop: da lì Roland produsse una lunga serie di meraviglie tecniche che lo resero noto nel suo nuovo tempo come “Rol’hand Friiman, l’Uomo dei Miracoli”. Infine, dopo diversi anni di duro lavoro egli decise di mettersi in viaggio per il mondo per osservare i cambiamenti che le sue invenzioni avevano apportato nella vita quotidiana degli abitanti del passato.

E fu così che Roland, ormai per tutti Rol’hand, apprese l’amara verità. Il suo lavoro non solo non aveva dato i risultati sperati, ma in molti casi aveva addirittura peggiorato la situazione. Alcuni dei suoi progetti più economici che avrebbero dovuto alleviare il peso della vita di tutti i giorni erano stati visti dai regnanti locali come pericolosi per l’economia ed erano stati monopolizzati dai più benestanti, migliorando le loro già confortevoli esistenze. Peggio ancora, altre invenzioni che egli aveva immesso nel mercato per aiutare la gente nei lavori più pesanti o difficili erano state convertite e trasformate in strumenti di guerra.

Gli ultimi a vedere l’Uomo dei Miracoli affermano che si sia chiuso nel suo laboratorio dopo un lungo viaggio e che da allora non ne sia più uscito. Rol’hand ha capito che per salvare il futuro per prima cosa deve salvare il passato: per questo negli ultimi tempi ha intensificato i suoi sforzi per creare nuove invenzioni che possano aiutarlo nella sua impresa, invenzioni che tuttavia non ha ancora il coraggio di rendere pubbliche. Una parte di lui sta infatti cominciando a pensare che nel passato così come nel futuro la mentalità dell’uomo sia incorreggibile e non vuole prendersi la responsabilità di peggiorare ulteriormente il mondo che verrà. Ma l’altra parte di lui gli dice che non deve arrendersi e che non si può tornare ancora indietro: oggi come ieri, il futuro è davanti a lui. Solo davanti a lui.

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