Il 20 Maggio nell’Area Giappone di NaonisCon sarà presente anche l’arte dell’Ikebana grazie al maestro Diego Togni che, dopo un’esibizione, illustrerà anche le regole alla base della composizione e le implicazioni filosofiche connesse (wabi-sabi, regola della triade).
Successivamente chi lo desidera potrà effettuare una prova pratica presso la postazione organizzata da ItaliaOriente.
L’Ikebana
Probabilmente per molti di noi si tratta di una tecnica per disporre i fiori che proviene dall’oriente, ed almeno in parte avrebbero ragione. Ma l’Ikebana non è soltanto questo.
Importata dalla Cina, l’usanza di disporre fiori recisi in composizioni inizialmente molto semplici e spontanee, iniziò ad evolversi, sia in senso formale che in senso spirituale, via via raffinandosi e caricandosi di significati più profondi, quasi esoterici, ad opera dei monaci e dei nobili giapponesi del periodo Heian (VII-XII sec. d.C.). È a questo periodo che risalgono le prime regole scritte sull’Ikebana e vengono introdotti i concetti di semplicità, essenzialità e misura, che contribuiscono a rendere peculiare quest’arte di disporre i fiori.
Già verso il XII-XIV secolo, disporre i fiori diviene una forma di decorazione delle camere dei palazzi dei nobili in occasione di visite importanti.
Dal XV secolo l’Ikebana diventa un’arte. Maestri di Ikebana vengono accolti alla corte dell’imperatore, nascono concorsi e mostre nei palazzi e anche ricchi cittadini si dedicano all’Ikebana, specialmente durante feste ed occasioni festive.
Intorno al 1600 questa pratica si estende anche ai samurai, venendo inserita tra le arti marziali del Bushido assieme a spada, lancia, arco, equitazione, nuoto in armatura e calligrafia. È a questo perido che si possono far risalire molte scuole antiche, tra cui la Yoshino Koryu. Per la grande diffusione dell’Ikebana si dovrà comunque attendere l’epoca Meiji, verso la fine del XIX secolo, con il sorgere delle prime scuole aperte a tutti – anche a donne – e la codificazione dei vari stili.
La creatività del compositore di Ikebana deve muoversi (almeno nelle scuole classiche) all’interno delle regole prescritte; questo però non limita la creatività, anzi la esalta, portando ad esprimere i propri sentimenti in modo quasi distillato e rarefatto, inducendo spesso una riflessione profonda nell’ospite che osserva i fiori, finanche entrando in empatia con il compositore.
Il Maestro
Diego Togni è allievo dal 2006 del maestro Dino Forconi, Soke della Yoshino Koryu Italia.
Ha conseguito nel 2017 il terzo dan di Ikebana, che pratica insieme a Kyudo e Ken presso l’Associazione Italiaoriente di Pagnacco (UD).
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